“Il Labirinto si presenta allora come creazione umana, dell’artista e dell’inventore, dell’uomo della conoscenza, dell’individuo apollineo al servizio di Dioniso, dell’animale-dio. Minosse è il braccio secolare di questa divinità bestiale. La forma geometrica del Labirinto con la sua inesorabile complessità inventata da un gioco bizzarro e perverso dell’intelletto, allude ad una perdizione ad un pericolo mortale che insidia l’uomo, quando egli si azzarda ad affrontare il dio-animale. Dioniso fa costruire all’uomo una trappola in cui egli perirà proprio mentre si illude di attaccare il dio.]…[Il Labirinto non può prefigurare altro che il “logos”, la ragione. Che cos’altro, se non il logos, è un prodotto dell’uomo, in cui l’uomo si perde e va in rovina?”